sabato 17 dicembre 2011

Cartonato? No grazie!

Il grande insuccesso dei fumetti cartonati.
Ma i distributori sono assolti per mancanza di prove!

Un tentativo di analisi sul perchè in Italia non vendono i fumetti cartonati.
Perchè nel nostro paese, rispetto ad oltralpe ad esempio, i fumetti cartonati hanno una quota minima del mercato? Perchè le tirature medie sono sotto i 1000 pezzi e le vendite ancora più basse? Neanche Asterix in libreria riesce ad invertire questa tendenza.

In fumetteria, senza ombra di dubbio, il problema principe è il prezzo di copertina, ormai assestato sui 16.00 euro, cifra troppo alta per il numero di pagine offerto e, spesso, per la qualità delle storie.
Avventurarsi su una serie composta da più volumi a cadenza di solito annuale, non garantisce in nessun modo la possibilità di veder la fine della stessa. Le librerie sono stracolme di numeri uno - fermi lì da anni, magari con autorevoli firme in copertina, anche di buona qualità - a galleggiare nel limbo degli scaffali dimenticati.
Dimenticati ma non dal lettore che si ricorda dei soldi sborsati. La conseguenza è che all’uscita del prossimo titolo l’acquirente ci penserà due volte prima di ritentare la lotteria.
Chiaramente non sempre le serie vengono lasciate a metà; ma per colpa di qualche editore, ormai il mercato è sfiduciato, molte nuove proposte languono senza essere acquistate da chi, a casa ha una libreria piena di storie a metà.
Qualcosa si muove all’uscita del numero due, ma niente di più. Le tirature si abbassano e i prezzi aumentano: meno copie vengono stampate più alto è il prezzo da pagare alla tipografia. Le giacenze nei magazzini faranno lievitare i costi passivi all’editore che deve ricaricare maggiormente i prossimi libri.
La soluzione non è semplice. Innanzitutto bisognerebbe avere più lettori a disposizione, o perlomeno, migliorando la distribuzione, raggiungere il potenziale acquirente nei luoghi maggiormente frequentati quotidianamente: supermercati, multisale cinematografiche, edicole e librerie di varia. Senza nulla togliere alle fumetterie, un settore specializzato, dove il cliente al 90% sa già cosa cercare, o perlomeno, è già appassionato dell’articolo in questione.
I cartonati poi hanno gli stessi problemi degli altri fumetti, ovvero la distribuzione. Altro problema annoso. In Italia, parliamoci chiaro, è un disastro, o perlomeno da Roma in giù è inesistente e da Roma in su è un colabrodo. A parte le edicole, che sono un mondo a parte con logiche commerciali legate al gadget.
Al di fuori del circuito delle fumetterie, in Italia non esiste un canale distributivo specifico per il fumetto. Per cui un editore, oggi, o si aggiusta da solo (e in questo caso si deve armare di avvocato, perché se fallisce un piccolo distributore regionale ci rimette sia i libri che i pochi soldi di ciò che era riuscito a vendere), o si appoggia ai canali offerti da Alastor, Pan e Star che in questo momento si stanno facendo la guerra a suon di esclusive.
Con i distributori nazionali di varia (intendo librerie come Fnac o Feltrinelli) come Messaggerie, il discorso cambia. Nuova realtà in crescita, di buon livello professionale, con un agente che segue personalmente il libraio, venendo direttamente in negozio con schede di presentazione esaustive e un servizio via e-mail di partenza avvenuta. In alternativa c’è PDE, anch'essa in forte espansione, che non dispone di un agente ne tanto meno di schede di presentazione, le spedizioni arrivano a sorpresa e non garantisce un buon approvvigionamento delle novità, che spesso accumulano ritardi spaventosi.
Entrambi i distributori danno la possibilità di restituire l’invenduto, cosa non da poco per un libraio, e gli editori si stanno abituando, visto che bisogna avere dei magazzini organizzati per ricevere il materiale in reso.
In Francia tutto il mercato delle Librerie/fumetterie funziona con queste logiche. Quando andiamo dai nostri cugini d’oltralpe e vediamo questi negozi fornitissimi di tutto, dobbiamo ricordarci che è tutto materiale con diritto di reso, fino all’ultimo volume. Perchè in Italia no? Perchè in italia si pagano le fatture a 30 gg?
Perchè in Italia non esiste la libreria specializzata in fumetto, ma una classificazione di serie B (non solo formale ma anche amministrativa/logistica) definita "fumetteria".
la rivoluzione chi la deve fare? l'umile libraio, il testardo editore, o l'intrapredente distributore? Sarebbe logico mettersi d'accordo e trovare un punto in comune. Forse l'amore per il fumetto.


Concludo con una nota di rammarico che conferma questo articolo: sul Manifesto del 15 Dicembre a pagina 12, viene dedicato un intero articolo a Gang Bang; niente da dire, iniziativa editoriale e culturale di rilievo, ma perchè deve essere proposta in edicola a € 10,00, mentre per chi lo cerca da noi (e aggiungerei giustamente) librerie specializzate, il costo cresce a € 15,00!!??
In qualsiasi ambito commerciale , come il vino, l'acquisto in negozi specializzati e sinonimo di qualità, nel nostro, poveri e umili librai, al contrario, la libreria specializzata è sinonimo di lusso immotivato: stesso identico prodotto, in edicola, costa costa il 33% in meno!!!? Perchè? 
Al fianco della suddetta recensione, un' altra parla  di Alain e i Rom, e per farsi perdonare, l'articolista non parla di fumetto ma, attenzione, Graphic Jounrnal. Sapevo che la bestemmia fosse reato ma che anche la parola fumetto fosse tanto scomoda proprio non me lo sarei mai immaginato.
 



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