Il fumetto rimane figlio di un dio minore. Come la fantascienza, come l'horror, come il vino rosso frizzante. I figli minori devono sempre faticare per dimostrare il proprio valore. Figuriamoci i figli dei figli. Omega è uno di questi, un super-eroe atipico degli anni '70. La sua serie è stata troncata con il numero 15. Di chi sia stata questa triste scelta non è dato sapersi, ma poco importa. Oggi potete leggere questa riproposta in chiave moderna (o remake, termine orribile ma tanto in voga) di questo raffinato personaggio.
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Il supereroe di un altro pianeta e L'adolescente |
La trama è semplice: l'unico sopravvissuto del proprio pianeta, invaso e sconfittto da un'orda tecno-meccanica aliena, trova rifugio sulla terra. Qui "sente" un legame naturale con un adolescente, anch'egli apparentemente alieno (nel senso metaforico della parola), molto sensibile, molto intelligente, e armato di un'educazione che lo rende quasi un reietto. I due non si incontreranno per tutta la durata del primo volume. Omega, vestito di un curioso costume color vinaccia e mantello rosso (non sto parlando di superciuk), suo malgrado diverrà famoso (d'altronde non è da tutti volare o prendere a pugni giganti di metallo). Presto verrà catturato da un super-eroe di casa nostra, tutto telecamere e tecnologia, corrotto dal vil denaro e incuriosito da tutto ciò che possa renderlo un leader mass-mediale. Da questo punto entra in scena l'adolescente, che prenderà, a poco a poco, coscienza del suo legame con Omega; ma sopratutto farà la sconcertante scoperta di avere avuto, come genitori, due raffinati robot. Scoperta che attirerà l'attenzione del corrotto super-eroe di casa nostra, che già tiene prigioniero Omega. Di fronte a questo scenario, il lettore viene messo al corrente di una silenziosa invasione tecno-organica della stessa razza che aveva soggiogato il pianeta di origine del nostro protagonista color vinaccia. Questo è lo scenario di base della storia, lo stile narrativo di Jonathan Lethem è raffinato e "silenzioso". In questo fumetto non si urla troppo, e i co-protagonisti, sono tranquilli abitanti della periferia newyorkese: studenti, docenti, poliziotti, qualche infermiere e molti cronisti di serie B. I classici protagonisti dei film di Robert Altman, per intenderci. Una facciata di apparente quotidianità che nasconde itinerari psicologici a volte perversi. Il disegnatore Farel Dalrymple, dal tratto apparentemente semplice e trasparente, arricchisce la tavola di tanti piccoli indizi e particolari che invitano a una seconda lettura, riuscendo anche ad incorniciare la storia con staordinarie copertine.