mercoledì 23 aprile 2014

La rosa purpurea di Springfield.

La spelonca psichedelica del Maurello...

Ovvero come un perfetto sconosciuto partecipa ad un blog di amici (Sturiellet) con versi sporchi, riflessi sparsi, e congetture sperse


Seconda puntata: La vita Vera è altra cosa


La penombra avvolge il letto d’ospedale nella clinica svizzera in cui il vecchio uomo sta morendo.

E’ ormai completamente calvo, anche a causa della chemioterapia che sta facendo in dosi sempre più massicce.

Il colorito della pelle fa anche pensare ad una forma di ittero, segnale che il livello nel sangue e nella pelle della bilirubina è ormai troppo alto.

Nonostante tutto il paziente è ancora obeso e non ha perso molti dei chili acquistati in vita.

Il prete che lui ha chiamato si trova seduto a fianco del letto, il rosario in mano.

Il paziente sta parlando lentamente della sua vita. 

- Ho peccato Padre, mi perdoni Dio per quanto ho peccato 

- Racconta figliolo, non temere, sono qui vicino a te… 

- Avevo una bella famiglia, una moglie dolce e comprensiva, un buon lavoro, tre figli stupendi, ma ho mandato tutto alla rovina con il mio comportamento. 

- Spiegati meglio, figliolo, cosa hai fatto di così grave? 

- Prima sono stato licenziato dalla mia ditta. Ho lavorato per 40 anni nel settore energetico della mia città, come addetto alle complesse apparecchiature della fabbrica. Però non sapevo quasi mai cosa fare, non mi aggiornavo mai sul mio lavoro ed ho provocato numerosi incidenti al mio principale. Inoltre sono un alcolizzato. Non vedevo l’ora di uscire dalla fabbrica per andarmi a scolare quintali di alcolici nel mio locale preferito. 

- E tua moglie come ha preso tutto questo? 

- Figuriamoci. Ha resistito fin troppo, quella santa donna. Ma alla fine ha ceduto e se ne è andata da casa. Ora convive con una persona molto migliore di me. Credo che si sia messa addirittura con il mio vicino di casa. 

- Ed i tuoi figli? 

- E’ questo l’aspetto peggiore della mia vita. I miei figli. Una, la minore, mi è caduta dalle braccia mentre mi affacciavo dalla finestra ed è morta sul colpo. L’altro è in carcere da 5 anni. Con un esempio come il mio figuriamoci se poteva crescere sano. Solo la terza è riuscita a scappare dalla maledizione che ho creato intorno a me. Ora è laureata e lavora nell’insegnamento. 

- Vedi figliolo che qualcosa di buono l’hai fatto? 

- Ma si figuri, padre, solo a sentire il mio nome vorrebbe scomparire dalla faccia della Terra. Si vergogna di essere mia figlia. La mia vita è stata un fallimento. Sono stato così angosciato da tutti questi fallimenti che ho cambiato continente e sono venuto fino qui per morire lontano da tutti i miei sbagli. Mi può perdonare , Padre? 

- Figliolo, non sono io che ti devo perdonare ma Dio. Questa è la vita vera, non un fumetto dove il brutto non esiste o diventa bello prima della fine della storia. Questo è il destino di noi umani. Adesso congiungi le mani e libera la tua coscienza. Ego te absolvo… 

Il prete lascia la stanza neanche un’ora dopo. Il paziente è morto da pochi minuti. Ai piedi del letto l’infermiera libera la cartella della temperatura per un nuovo paziente. 

- Dottore – chiede – devo archiviare i documenti di questo paziente. Dove ha messo la cartella clinica? 

- Il nome? 

- Simpson, Homer Simpson 



Arrivederci tra le strisce sindacate, folks!!!!!!!




Coming soon ...e sull’isola deserta che ti porto ? Che ti porto ? Che ti porto??

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