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In questo capitolo si narrano gli eventi che Anna Kharkova dovette affrontare, con l'aggravante specifica di essere una donna: dalla cattura da parte dei nazisti, alla successiva liberazione da parte dei propri connazionali; e, successivamente, la condanna ai campi di prigionia russa per diserzione. Accusa montata a tavolino da quegli ufficiali che poco si adattavano all'idea che una donna più abile di certi maschietti a guidare aeroplani o carri armati potesse essere molto più che un campionario di dolci curve in uniforme. Ma la cosa più bella di questo racconto è la disarmante semplicità con cui Garth Ennis riassume le tacite alleanze, prima, e l'intervento politico-militare, dopo, della Russia di Stalin nella II G. M. (mostrando come i dittatori siano soliti andare a braccetto con la stessa facilità con cui tra loro si ingannano; ovviamente a spese del popolo schiavo, e carne da cannone); o come osservi la decadenza dell'impero coloniale inglese che portò Churchill nel '39 a dichiarare guerra, da solo, al criminale regime nazista, dopo le vessazioni politiche e le perdite umane causate in India dall'impero britannico (in cerca di una sorta di redenzione di fronte a Dio?). Comunque quello che più conta in questa storia sono le vivide figure femminili, portatrici di un tale coraggio e di una tale dignità nell'affrontare il sacrificio, la battaglia e la morte come mai nessun uomo sarebbe in grado di fare; con con più quella leggerezza e consapevolezza tipica degli angeli.» |
1 commento:
che dire sono commosso per tanta eleganza, SEI LICENZIATO!
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