martedì 13 marzo 2012

Attenzione al Giudice Dredd! (Novità del 12 marzo)

E tanti saluti da Racoon City.

La prima notizia è che ieri è arrivato alla libreria del fumetto il nuovo atteso numero di The Walking Dead. La nostra Fumetteria partecipa all'iniziativa THE WALKING DEAD CONTEST: i primi trenta acquirenti che non si vergogneranno di dire al libraio, contenstualmente all'acquisto, la "parola d'ordine" (la trovate QUI ) riceveranno nientepopodimenoche una cartolina di TWD. La seconda notizia (avrete già intuito) è che ieri sono arrivate le novità della settimana (scorsa) di Lion, Goen, Magic, e non solo. Qui sotto l'elenco completo, e più sotto ancora, un altro po' di chiacchiere:  

Editore Titolo
ALASTOR MEGA 3a # 177
BAO FIRST WAVE # 1
BLACK VELVET CASTRO
CAGLIOSTRO SCI-FI GOLDEN AGE COLLECTION – JACK KIRBY
CAGLIOSTRO SUPERHEROES GOLDEN AGE COLLECTION # 1
GOEN MOMOGUMI # 2
KING COMICS USAGI YOGIMBO # 9
LION BATMAN GIUDIZIO SU GOTHAM
LION HELLBLAZER # 23
LION IL MONDO DI FLASHPOINT # 2 – BATMAN E SUPERMAN
LION LANTERNA VERDE # 21
LION SUPERMAN # 58
MAGIC BOUNCER (INTEGRALE) # 2
MAGIC HEAVY METAL DREDD
SALDAPRESS THE WALKING DEAD # 11
ZERO1 SPEEDERMAN # 3

Se avete pensato che spaccare una vetrina per irrompere in un bar, allo scopo di braccare quattro gatti No Tav (con l'ingresso principale aperto a pochi metri di distanza), fosse davvero macho e reazionario al punto giusto, non avete ancora letto Heavy Metal Dredd della Magic Press. (Beh, perforza: è uscito solo ieri). Non fatevelo mancare. Con i disegni plastici e goliardici di Simon Bisley, una quindicina di avventurette del più violento e spietato giustizialista dell'universo. Se siete tentati di fare di tutta l'erba un fascio, se per voi non esistono sfumature di grigi, ma è tutto bianco e nero (soprattutto nero), leggete queste storie come una parodia e un antidoto a voi stessi. E se non siete di tale pasta pure sfogate e stanate il fascista che è in voi. Perché è riconoscendo il lato oscuro che alberga in ognuno (e non facendo finta che non esista) che eviteremo che finisca per scorazzare per le strade. E che ci venga la tentazione di affidare al primo Giudice Dredd, che si facesse avanti, la soluzione dei mali che affliggono la società.
«Quando il Paese retto a democrazia si ubriaca, con l’aiuto di cattivi coppieri, di libertà confondendola con la licenza, salvo a darne colpa ai capi, accusandoli di essere loro i responsabili degli abusi e costringendoli a comprarsi l’impunità con dosi sempre più massicce d’indulgenza verso ogni sorta d’illegalità e di soperchieria; quando questo Paese si copre di fango accettando di farsi servo di uomini di fango per poter continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; [...] quando i capi tollerano tutto quanto per guadagnare consensi [...]; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto,e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nella società, nelle case e perfino nelle stalle?». «In un ambiente siffatto [...] in cui tutto si mescola e si confonde, in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e lusinga, per sfruttarne tutti i vizi; in cui i rapporti fra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche compiacenze nelle reciproche tolleranze; [...] in cui l’unico rimedio contro la raccomandazione consiste nella reciprocità e nella moltiplicazione dei favori; [...] in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia, e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno crede nel futuro; in un ambiente siffatto, dico, pensi che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo?”. “Ecco, secondo me come nascono e donde nascono le varie forme di tirannide. [Quando] la democrazia per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi, allora la gente si separa da coloro cui fa colpa di averla condotta a tanto disastro e si prepara a rinnegarla prima con sarcasmo, poi con rabbia, infine con la violenza che della tirannide è pronuba e levatrice».«Così muore la democrazia: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo»*.

(-)
* La Repubblica, VIII, Platone, 370 a.C.

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